Come usare l’ironia per superare un lutto perinatale
Secondo te si può ironizzare su tutto? Anche sulla morte?
La mia risposta è assolutamente sì!
Spesso siamo portati a vivere il dolore senza sdrammatizzare perché sarebbe irriverente farlo su un argomento serio come la morte, soprattutto di un bambino.
Io penso che siamo così precari sulla terra che non bisognerebbe perdere neppure un secondo per sorridere.
Ti voglio raccontare la mia esperienza che forse può essere d’aiuto anche a te! E magari scoprirai che provandoci il dolore farà meno male!
Sono sempre stata una persona ironica e chi mi conosce lo sa, a volte per me è veramente difficile dover stare in silenzio quando quello che vorresti dire è semplicemente un commento ironico 🙂 .
Grazie a questa leggerezza, condivisa con il mio compagno, l’ironia è stata la chiave per superare i momenti più bui del lutto.
L’ironia si è presentata in diversi momenti della nostra storia con Gingy.
Quando ero incinta ci siamo inventati che quando sarebbe nata avrebbe rimproverato i nostri gatti con un tubo di cartone, e ancora oggi, ogni volta che uno dei due fa qualche marachella ci immaginiamo la scena e diciamo ad alta voce: “Ringrazia che Gingy non può toccarti!”.
Al cimitero lei si trova nell’angolo dove ci sono tutti i bambini nati al cielo o nati e poi morti nel giro di poco tempo e spesso ci inventiamo delle storie su di loro, su come passino il tempo tra una partita a carte e un giro sui campi.
Si, lo so, può sembrare macabro ma in realtà non è.
Quando si dovrebbe essere tristi, ma l’ironia prevale
Io che sono di natura curiosa mi sono chiesta, come mai ne facciamo uso?
La psicologia mi è venuta in aiuto.
L’umorismo è volontario ed è una delle attività psichiche più elevate.
Non tutti hanno una naturale predisposizione all’umorismo ma nei momenti di dolore è un valido alleato perché mette in atto dei processi mentali che ci aiutano a preservarci.
Secondo Freud, l’umorismo risiede nella parola, nel raccontare storie umoristiche che ci salvano in qualche modo.
Quando ci capita un fatto doloroso, come un lutto prenatale o perinatale, e veniamo quindi colti da un’emozione dolorosa possiamo scegliere:
- rispondere al dolore con altro dolore e cadere nello sconforto;
- umorizzare e smorzare i toni.
Il nostro cervello, grazie al processo di euristica decisionale, secondo cui vige la regola “Minimo sforzo e massimo rendimento”, sceglierebbe l’ironia perché “costa” meno in termini energetici rispetto a rispondere con altre emozioni negative, come il pianto e la disperazione.
Non sopprimiamo neanche il dolore, ma lo sostituiamo con una battuta!
A livello psicologico ne consegue quindi un meccanismo di difesa e utile a sfogare l’aggressività nei confronti del momento, delle persone che ci circondano e anche verso noi stessi che in quel momento soffriamo.
A livello biochimico, si parla di ECONOMIA, risparmio energetico.
La soddisfazione che sprigioneranno gli ormoni mentre siamo intenti ad architettare una battuta è tale da soddisfare il nostro bisogno che sfocerà in una risata.
E si sa, si impiegano più muscoli per fare una smorfia che per fare un sorriso.
Per noi ritrovarci a sorridere ironizzando su ciò che ci è accaduto o immaginando storie divertenti su come Gingy passi il suo tempo è spesso l’antidoto ai tanti giorni di malinconia.
Perché dovresti provare anche tu l’ironia
Leggendo il libro di Chiara Corbella “Siamo nati e non moriremo mai più”, una ragazza che ha salutato per sempre i suoi due bambini a causa di gravi malformazioni, ho trovato chiari riferimenti ironici.
Enrico stesso, suo marito, ironizza su cosa bisognava aspettarsi dal terzo figlio dopo i problemi e le menomazioni riscontrati nei primi due.
E se riesce a ironizzare un genitore… può farlo chiunque!
La verità è che noi siamo le storie che ci raccontiamo.
Le nostre credenze arrivano da ciò che ci diciamo, e se è vero che abbiamo sempre la facoltà di scelta, possiamo scegliere di raccontarci storie che ci fanno RIDERE e IRONIZZARE anziché cadere de vuoto e nel VITTIMISMO.
L’ho fatto io e il mio compagno e ci sentiamo bene, lo ha fatto Chiara Corbella con il marito, persone fedeli e molto devote e addirittura nelle mie ricerche ho trovato anche un libro “Lutto libero” di Cristiano Carriero – Racconti ironici di come combattere la tristezza della morte, della perdita attraverso la vita.
Quindi fai tacere la tua vocina interiore, il tuo Super Io normativo, e dai spazio all’immaginazione.
Leggi anche “Come ritrovare la coppia dopo un lutto perinatale”.
Solo allora ti accorgerai che è vero che l’antidoto alla morte è la vita, e la vita è fatta di sorrisi e risate a squarciagola!
Un abbraccio
Sara
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🌟Guido le mamme nel percorso di elaborazione del lutto perinatale, durante la gravidanza arcobaleno e post maternità a ricreare l’equilibrio.
Camminiamo insieme oltre il lutto e verso la rinascita.
La Coach sul Lutto Perinatale
Mamma tra cielo e terra.
Educatrice del Femminile.
👁 Risvegliatrice d’intuito.