Indice
- La storia di Marta
- Condividere significa evitare l’isolamento
- L’empatia dell’altro
- Resilienza: come ricostruirsi dopo un evento traumatico
- Spunti utili per trasformare il dolore
Il potere della condivisione
Ciao mums,
inauguriamo una serie 5 di articoli, nei quali desidero parlare di condivisione e del suo grande potere benefico dopo aver subito un lutto perinatale o prenatale.
Che cosa resta dopo un lutto? Che cosa pensa ognuna di noi della propria vita dopo aver salutato per sempre il proprio bambino?
Quel senso di vuoto forse da colmare, forse da lasciare proprio com’è… appunto VUOTO.
E ci dicono che bisogna andare avanti, ma avanti non si vuol andare.
Forse proprio tu che stai leggendo ti stai facendo questa domanda, quella che nessuno ti chiede, quella che non osi dire ad alta voce.
“Che cosa faccio adesso?”.
Al via giorni altalenanti e infiniti, senza tempo, consumati dal dolore e dall’attesa che qualcosa cambi.
Questo è un po’ il percorso di elaborazione del lutto, certo non per tutti e non con gli stessi modi e tempi.
Anzi, bisogna dire, care mamme, che non esiste uno standard, nessun vademecum che indichi come vada vissuto il dolore, come bisogna reagire e come vada poi elaborato.
E ancora non esiste una guida che ci dica come fare ad andare avanti.
Tutto ciò che si prova è normale, il modo in cui decidiamo di rispondere a questa tragedia è la chiave.
Perché parlare del potere della condivisione?
E allora, vi chiederete, perché voglio raccontarvi del potere della condivisione?
Non ho appena detto che non esistono ricette magiche?
Beh, sì, è vero, ma in tutti i lutti ci sono sempre 2 fatti che restano immutati:
- il fatto che il mondo va avanti comunque (the show must go on);
- il fatto che la vita ci metterà davanti a un bivio e ci chiederà come vogliamo procedere. Da questa risposta dipenderà il resto della nostra esistenza.
Ecco perché ho deciso, insieme ad un’altra mamma, di raccontarvi la sua storia.
Una testimonianza di come la combinazione tra risorse personali e condivisione possano essere una delle strade per reinventare la propria vita.
Marta Micozzi è un’educatrice professionale, specializzata in coordinatore dei servizi sociali. Lavora in un centro diurno per persone con disabilità e la sua sensibilità l’ha affinata negli anni di studio, di lavoro e di esperienze.
Una vita fatta di empatia, dedicata anche all’altro, quando improvvisamente è lei la protagonista.
Diventa lei “quell’altro” che necessita aiuto.
La storia di Marta inizia con una fine, quella che tutte noi abbiamo in comune, la fine di un sogno, la fine di una gravidanza.
Marta e Francesco, il loro amore, il matrimonio e poi quel test che diventa positivo.
La passione per la musica, quella di Niccolò Fabi e poi la scoperta: è un maschietto, si chiamerà Niccolò.
La storia di Marta
Per iniziare ho chiesto a Marta di raccontarci la sua storia.
[L’oro si aspetta] 1
“La nostra storia è molto simile a tutte quelle vissute da chi si ritrova improvvisamente a parlare dei diversi casi di morte in utero.
Anche la storia della mia gravidanza è simile a quelle storie che hanno avuto il mio stesso finale: tutto perfetto fino a una settimana dal parto, quando il cuore di Niccolò si è fermato senza una causa.
La mia gravidanza è stata un’esperienza meravigliosa: ho frequentato il corso di nuoto per gestanti e ho lavorato tutto l’ottavo mese grazie alla maternità flessibile.
Facevo lunghe camminate. I mesi scorrevano felicemente e Niccolò cresceva senza problemi”.
Poi in un attimo il piccolo Niccolò non era più tra noi.
Come tante storie di condivisione questa pagina potrebbe concludersi qui, ma quello che mi ha raccontato Marta è stato straordinario.
Marta ha voluto raccontarmi del suo “dopo”.
Ci sono delle risorse, che spesso in preda al dolore non vediamo, che sono dentro di noi e possono essere usate per trasformare il dolore in vita.
Una di queste risorse è la condivisione.
Essa è un contenitore molto ampio dentro al quale possiamo trovare diverse qualità che ci permettono di risalire, anche quando le giornate sembrano troppo dure da affrontare.
In questo percorso, formato da 5 episodi, ripercorreremo la storia di Marta e vedremo in pratica quali risorse ha utilizzato per trasformare il dolore in condivisione e rinascita.
Nel prossimo episodio approfondiremo un aspetto benefico del condividere, cioè evitare l’isolamento.
Un abbraccio
Sara e Marta
Marta Micozzi è Laureata in Educatore Professionale e specializzata in Coordinatore dei servizi educativi, con lode. Lavora nel campo della disabilità. Ha avuto anche esperienze nel settore infantile avendo lavorato in una ludoteca e ha all’attivo due pubblicazioni. Se vuoi contattare Marta scrivi a [email protected]
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La Coach sul Lutto Perinatale
Mamma tra cielo e terra.
Educatrice del Femminile.
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