Ho perso il mio bambino e ora sono di nuovo incinta
Ciao mamma,
sono qui a parlarti di un tema che mi è stato tanto richiesto sin da quando ho annunciato di essere nuovamente in attesa.
La mia gravidanza arcobaleno.
Siccome ho fatto della condivisione il mio motto non posso che condividere con te anche questo momento di gioia e non solo.
Perché parlare di una gravidanza arcobaleno? Perché dopo un lutto prenatale o perinatale è difficilissimo anche solo pensare lontanamente a una nuova gravidanza.
È difficile sperare che ce ne sia un’altra, è difficile viversela in modo felice ed incosciente.
Ecco che quindi sono qui a raccontarti la mia personale esperienza. Ciò che ti sto per raccontare è per me molto intimo.
Puoi certamente prendere degli spunti, ma non deve considerarsi l’unica via da seguire.
Anche perché come ben sai non esiste mai una sola via!
ATTENZIONE con questo articolo non desidero spronarti ad avere una nuova gravidanza dicendoti che andrà tutto bene, perché nessuno lo sa.
Non dico neanche che avere una nuova gravidanza sia la cura per il tuo lutto, perché prima bisogna elaborarlo e poi pensare ad andare avanti.
Infine non voglio dirti che cercare una nuova gravidanza sia la cura al tuo dolore. Un nuovo figlio non ti fa dimenticare l’altro!
Ogni bambino è a se stante; presenza e mancanza coesistono.
Come vivere una gravidanza arcobaleno
Quello che significa per me, a titolo di mamma, aver vissuto una gravidanza arcobaleno posso riassumerlo con una parola: RIMETTERSI IN GIOCO.
Sono 3 i concetti che desidero trasmetterti e che ho utilizzato durante la mia gravidanza arcobaleno per superare i momenti NO:
- Imparare a disimparare!
- Creare nuove abitudini
- Il mio rapporto con la paura
Dopo che saluti per sempre il tuo bambino, stai sperimentando l’esperienza più tragica forse della tua vita.
Pensare di rifare tutto da capo ti terrorizza.
Hai paura di ottenere lo stesso epilogo, di modificare nuovamente il tuo corpo e hai paura delle nausee.
La paura di non poter dare a quel bambino lo stesso amore e di soffrire nuovamente tanto, troppo.
E poi, accade un giorno che ti ritrovi a vivere quella gravidanza arcobaleno.
La mia gravidanza arcobaleno
Con il termine gravidanza arcobaleno si intende una gravidanza che arriva dopo un lutto perinatale/ prenatale.
Personalmente non amo questa definizione, perché un figlio è sempre un arcobaleno di colori.
Anche Gingy lo è stata, è stato orribile quello che è accaduto ma la sua esistenza è stata gioia, così come quella di Amy.
Dopo aver salutato per sempre Gingy c’è stato un momento in cui ho pensato e ho detto a una mia cara amica: “Io non so se vorrò avere mai un altro figlio”.
Poi con il mio compagno ci siamo sempre detti di desiderare una bella famiglia (3 figli) e così abbiamo deciso di “provare”.
Senza neanche troppe aspettative, così come un dono del cielo, inaspettatamente è arrivata Amelia.
Cosa è avvenuto dopo? Incredulità, stupore, gioia e tanta, tanta paura.
Ad ogni ecografia mi rifiutavo di guardare lo schermo fintantoché non mi dicessero che andava tutto bene! Ad ogni visita era un’ansia, una paura e un pianto.
Inoltre dovevo fare i conti con le ricorrenze che riguardavano Gingy.
Ho pensato che Amelia avesse il diritto di vivere una gravidanza serena, con una mamma innamorata di lei, spensierata, che cantava e ballava, proprio come l’aveva avuto Gingy.
Così ho messo in pratica 3 insegnamenti che mi porto dietro dal mio background e ho cercato di viverla serenamente nonostante tutto.
Sai una cosa? Penso di esserci riuscita perché il più bel complimento che fanno ad Amelia è: “Ma che bimba serena”.
E infatti lei lo è, ho fatto di tutto per trasmetterle amore e sicurezza.
1- Imparare a dis-imparare
È un consiglio che viene usato durante i percorsi di crescita personale che ho seguito in passato.
Si dice che le cose brutte ci segnino a vita, come il trauma di un lutto, ma che le cose belle ci rimangano più impresse nella memoria.
Ho cercato quindi di dimenticare i cattivi ricordi, di offuscarli almeno per il lasso di tempo dei 9 mesi.
Mi sono concessa alcuni momenti per piangere sui ricordi terribili e poi ho rassicurato Amy, dicendole che se piangevo non era colpa sua.
Quindi ho offuscato tutto ciò che di negativo era capitato nella gravidanza con Gingy, e ho tenuto vividi i ricordi positivi: i suoi primi calcetti, le prime ecografie etc. in modo da confrontarli con le tappe di Amy.
2- Creare nuove abitudini
In coaching si dice che se si compie un’azione per un certo periodo (circa 30 giorni) diventi un’abitudine.
Ho creato quindi nuove abitudini, ancorandole e momenti spensierati e felici con il pancione di Amelia.
Per esempio ho tenuto un diario dove parlavo ad Amy, le raccontavo le mie emozioni, paure e gioie.
Ho festeggiato i piccoli grandi traguardi insieme, e mi sono anche permessa di sognare. Un segreto? L’ho fatto anche in grande, immaginando il giorno della sua nascita.
Ho avuto un gruppo di pari formato da altre 4 mamme che hanno avuto esperienze simili e le rispettive gravidanze arcobaleno.
Loro per me sono state fondamentali, le saluto e le ringrazio, ma non sarà mai abbastanza <3
Durante questi lunghi 9 mesi mi sono lasciata andare tra alti e bassi, ma ciò che mi ha tenuto con i piedi per terra è stato il pensiero di non fare nessuna distinzione tra Gingy ed Amy.
3- Il mio rapporto con la paura
Ho cercato per quanto umanamente possibile, non sempre ci sono riuscita, di sorridere.
Ti confesso, cara mamma, che durante le visite, fino alla fine, avevo paura ed ero incredula, ma nonostante tutto ho un fantastico ricordo della gravidanza.
Il mio rapporto con la paura?
Beh, diciamo che la paura ha un senso, come tutte le emozioni, ci indica qualcosa, spesso ci parla di noi, delle nostre paure più nascoste, spesso ci mette in guardia.
Non dimentichiamo che la paura è un’emozione ancestrale che ci portiamo dietro ed è stata una delle artefici della nostra sopravvivenza.
Ci dice se stare o scappare… quindi la paura DEVE esserci nella nostra vita, ci indirizza verso dove andare o da dove fuggire.
Ciò che conta è l’uso che si fa di questa paura.
Se la paura è totalizzante e ci fa restare fermi, è depotenziante.
Bisogna andare all’origine, ci sta comunicando qualcosa, e bisogna fare un percorso per far sì di sfruttare questa paura e non di esserne schiavi.
La paura c’è, ci sarà sempre, ma sai cosa? Se qualcosa di brutto deve accadere, tanto accade lo stesso.
Non c’è una risposta valida per chiunque, ogni mamma che ha salutato per sempre il suo bambino ha la sua risposta.
Conosce la sua paura, sa se può sperare in un’altra gravidanza o meno, sa se si sente pronta.
Vorrei solo trasmetterti questo messaggio: qualunque sia la tua paura, valuta prima se sia una paura reale o meno.
Chiediti quanto è attendibile e che cosa ti sta comunicando.
Solo ascoltando la tua paura potrai vivere serenamente.
Ah beh, quasi dimenticavo, una buona dose di incoscienza aiuta! 🙂
Quindi ho lasciato fluire la paura, in ogni momento e ad ogni visita (una volta volevo persino scappare).
Ho aspettato a comprare lo stretto necessario e a preparare la valigia per l’ospedale.
Ho fatto sì che le mie ansie potessero parlare in modo poi da metterle a tacere.
Voglio condividerti questo fatto per dirti che non sei l’unica che forse ha o ha avuto dei pensieri negativi durante la gravidanza arcobaleno.
Quando ho compra il primo body e tutina ho anche pensato: “Almeno se qualcosa va male avrà qualcosa da mettere”.
Un mio grande rammarico, infatti, è sempre stato che per Gingy non avevo comprato nulla e quindi per il suo funerale non avevo niente da metterle.
Ho scelto di lasciar uscire questi pensieri, ma non di farmi dominare da essi.
Infatti questo non mi ha impedito di pensare positivo, di lasciarmi andare a bei pensieri, trasmettendo ad Amy tanta gioia.
Perché la verità è che non possiamo sfuggire alle cose brutte ma anche alle cose belle, quindi perché a volte non sognare e farlo in grande?
Se pensi che amando meno soffrirai meno, almeno questa volta, è una grande bugia.
Ogni esperienza della vita va vissuta in pieno, limitarsi equivale a non vivere e dal mio punto di vista sarebbe un torto ai nostri piccoli.
Vivere anche per loro, sempre, vivere a pieno sia la gioia che il dolore.
Come cercare una gravidanza arcobaleno?
Bene, viene da sé che non ho cercato assiduamente questa gravidanza, ho lasciato tutto un po’ nelle mani del destino perché?
Perché come ho già detto in tante occasioni, dopo un lutto ricercare e volere a tutti i costi un’altra gravidanza quasi come se fosse la cura, porta solo tanta ansia!
Quindi, sono partita da un pensiero: Me first!
Cioè prima dovevo stare bene io.
Ho deciso di intraprendere il mio percorso di risalita e di benessere molto prima di essere incinta di Amy.
Molto prima avevo deciso che ce l’avrei fatta a prescindere da quanti figli avrei avuto dopo Gingy.
La verità è che soffrirò lo stesso nel caso succedesse ancora qualcosa di brutto, ma se passerò tutto il tempo ad avere paura saranno quelli gli unici ricordi che avrò.
Ecco questa è un po’ la mia filosofia di vita.
Questa mia visione può essere condivisibile o meno, ognuna di noi ha la sua storia e ha il suo perché.
Non posso risponderti quindi alla domanda “Come cercare una gravidanza arcobaleno”, perché penso che gli eventi accadano in determinate circostanze.
Un po’ dipendono dal destino e un po’ dal nostro agire.
Tu sai se puoi sperare o meno in un’altra gravidanza, tu sai se ti senti pronta.
Spero di esserti stata utile in questa mia condivisione e che, quando un giorno quel test diventerà ancora positivo, potrai anche tu decidere come vivere lo splendido periodo della gravidanza.
Un abbraccio
Sara
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🌟Guido le mamme nel percorso di elaborazione del lutto perinatale, durante la gravidanza arcobaleno e post maternità a ricreare l’equilibrio.
Camminiamo insieme oltre il lutto e verso la rinascita.
La Coach sul Lutto Perinatale
Mamma tra cielo e terra.
Educatrice del Femminile.
👁 Risvegliatrice d’intuito.