Ciao mamma e papà in cammino,
a distanza di 1 mese dalla prima diretta dedicata ai papà è arrivata la richiesta di una seconda per condividere ancora con voi cosa significa vivere un lutto perinatale in coppia.
Guarda la prima diretta “Il cuore dei papà“.
Io e Gerry ci siamo imbarcati nuovamente in un’avventura davanti alla telecamera dello smartphone e abbiamo risposto a diverse domande poste da mamme e papà che si stanno confrontando con questo dolore acuto.
Papà Gerry ci parla ancora una volta di come ha vissuto ed elaborato il dolore per aver salutato per sempre Gingy.
La presenza dei papà
In questa diretta abbiamo voluto festeggiare la PRESENZA DEI PAPÀ.
Che cosa significa?
Significa che nel 2021 i papà avranno diritto a ricevere il congedo di paternità anche per i casi di morte perinatale, e questo viene esteso a 10 giorni.
Il congedo di paternità è un permesso speciale che viene rilasciato dall’ospedale al papà, il quale gli dà diritto ad astenersi dal lavoro.
Di norma erano 3 giorni, e nei casi di morte perinatale a volte non viene neppure proposto come modo per poter stare a casa dal lavoro e assistere la propria compagna.
Una buona notizia quindi, nella legge di Bilancio del 2021 il congedo di paternità viene esteso fino a 10 giorni, compresi i casi di morte perinatale.
Puoi leggere un approfondimento qui “Legge di Bilancio 2021“.
E poi perché non dovrebbe essere così?
Certamente in un Paese dove il tabù sul lutto perinatale non esiste, una morte perinatale dovrebbe equivalere a qualsiasi altro lutto, in primis.
E in seconda battuta è un atto di empatia e comprensione nei confronti di una coppia che si trova molto spesso da sola e isolata a fare i conti con questo profondo dolore.
Il congedo di paternità o parentale si pensa sia utile solo se hai un figlio vivo di cui prendersi cura.
Si tralascia invece il fatto che un bambino nato morto o nato e poi morto non abbia forse bisogno di cura?
Una mamma lasciata da sola a casa a crogiolarsi nel dolore non ha forse bisogno di cura e della presenza del suo compagno?
Un papà frastornato dall’eco di un figlio che non prenderà mai quel posto tanto sognato, non ha forse bisogno di vivere il suo dolore, senza pensare ai problemi di lavoro?
La mia esperienza in ospedale
Quando ho saputo che non c’era più battito, in ospedale c’erano il mio compagno, mio fratello (che era venuto per caso a Milano a farci visita) e mio papà che si era precipitato dalla Sardegna.
L’unica donna in una stanza con ben 3 uomini a seguito.
Ricordo che per far sì che il mio compagno potesse restare con me in ospedale chiedemmo noi all’infermiera se potessimo usufruire del congedo di paternità.
Questo certificato ai loro occhi era sconosciuto, o meglio non pensavano che ne avremmo usufruito in una situazione simile.
A stento ci compilò quel foglio dicendoci che valeva solo per un componente famigliare, per il papà della bimba o per il papà della mamma.
Usufruimmo di giorni di ferie per poter vivere insieme quei 3 giorni di ricovero e tornare a casa in santa pace.
Mercoledì pomeriggio del 5 dicembre 2018 mi dimisero.
Non riuscivo ancora a camminare….avevo partorito 48 ore prima.
Il giorno dopo il mio compagno andò a lavoro.
Trascorsa la prima settimana in compagnia, passò dicembre e anche gennaio.
Momenti terribili, in profonda solitudine.
Non auguro a nessuno di vivere una morte perinatale, ma se questo dovesse ancora accadere, allora sono felice di sapere che almeno per 10 giorni un papà e una mamma possono stare insieme a curare il loro dolore.
Le emozioni dei papà
Come fa il papà a elaborare il proprio lutto?
Come manifesta queste emozioni? Papà Gerry le racconta così:
“Il papà lo fa con gli sguardi, spesso senza parlare anche perché pensa che il suo dolore sia ineguagliabile rispetto a quello provato dalla mamma.
Alla base del rapporto di coppia ci deve essere RISPETTO. Io non so davvero cosa stai provando e viceversa.
Possiamo non capire i nostri rispettivi dolori, ma è necessario ascoltarsi e rispettarli.
Ogni persona poi resta libera di vivere il suo lutto come meglio crede.
Io ho cercato di starti vicino, di portarti un sorriso ogni volta che tornavo da lavoro”.
E tu caro papà come hai manifestato le tue emozioni?
Gravidanza arcobaleno, come comportarsi?
E quando una gravidanza arcobaleno arriva o viene cercata, come ci si comporta?
Con il termine gravidanza arcobaleno si intende una gravidanza che arriva dopo una morte perinatale.
La teoria in merito al benessere psicologico ci suggerisce che una gravidanza arcobaleno vada cercata quando si è svolto il proprio cammino di elaborazione del lutto perinatale.
Questo è utile per permette al genitore di esprimere il suo dolore e viverlo, dando un posto al bambino che non c’è più, e potendo volgere il suo sguardo a nuova vita.
Nella nostra esperienza, io e Gerry abbiamo vissuto il dolore in modo diverso ma sempre uniti.
E così anche quando è nato in noi il desiderio di un altro figlio siamo stati uniti.
Come vivere la ricerca di un altro figlio in serenità?
Se la gravidanza era stata cercata ardentemente e si è spenta lasciando un vuoto incolmabile, come è possibile vivere appieno la gravidanza arcobaleno?
Rispondiamo a queste e altre domande nell’incontro Live che trovi nel video qui sotto.
Cara mamma e caro papà
vi mandiamo un grande abbraccio
Sara e Gerry
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🌟Guido le mamme nel percorso di elaborazione del lutto perinatale, durante la gravidanza arcobaleno e post maternità a ricreare l’equilibrio.
Camminiamo insieme oltre il lutto e verso la rinascita.
La Coach sul Lutto Perinatale
Mamma tra cielo e terra.
Educatrice del Femminile.
👁 Risvegliatrice d’intuito.