Cara mamma in cammino,
oggi voglio parlarti di parto o meglio della Magia del parto.
Sì, parlo di magia, perché voglio raccontarti non tanto dell’aspetto tecnico quanto più dell’approccio mentale.
Provengo dal mondo del coaching, dove il pensiero prevalente è: “Se puoi pensarlo, puoi farlo”.
Credo fermamente che tantissime cose della nostra vita quotidiana, dalle più banali alle più importanti, dipendano dal nostro approccio mentale, così come l’esperienza del parto.
Non voglio parlare di parto da un punto di vista fisiologico, perché non sono un’esperta, ma dal punto di vista esperienziale; un’esperienza di benessere corporeo e mentale.
Alla fine di questo articolo trovi un regalo che potrai usare per esercitarti e arrivare al parto pronta e preparata 😉 .
3,2,1 arriveranno commenti kamikaze che lo descriveranno come la terza guerra mondiale.
Il parto è e resterà sempre un episodio personale, un’esperienza unica, nessun parto è uguale a un altro anche se fatto dalla stessa persona.
Nessuna complicazione, nessuna possibilità che qualcosa vada irrimediabilmente storto o fortunatamente fin troppo liscio è una certezza!
Per fortuna a fronte di chi fa terrorismo nei confronti delle altre (ognuna ha la sua esperienza e va rispettata, ma non deve pretendere che sia così per tutte) ci sono anche donne comprensive.
Pensa se tutte le donne che hanno partorito un bambino senza vita iniziassero a elencare le possibilità che qualcosa vada storto, e invece nella maggior parte dei casi stanno zitte.
Ai corsi pre parto evitano di dire che hanno avuto già una gravidanza per non traumatizzare le altre gestanti! Questa delicatezza purtroppo non è osservata da tutte le donne che hanno partorito.
Penso quindi che ognuna abbia il diritto di portare la sua esperienza, senza che questa diventi un diktat o la regola!
Perché parliamo di parto?
Perché in questo evento ci sono tante variabili incontrollabili…
MA ho 2 buone notizie:
- la prima è che esiste un qualcosa che puoi in parte controllare, cioè fare la giusta prevenzione, informazione e formazione prima dell’evento. Grazie ai corsi pre parto, in ospedale, privatamente con le ostetriche, le doula, le educatrici perinatali etc.
- la seconda buona notizia è che la forza in quell’evento sarà la tua mente. Puoi avere il pieno controllo su di essa e quindi sul tuo corpo!
Se ti fai influenzare dagli eventi, dai pareri o da qualsiasi cosa esterna alla tua volontà finisce che ci credi.
È altrettanto vero che se pensi intensamente a cosa vuoi, a ciò che sarebbe funzionale per te, questo diventa la realtà dei fatti.
Esempio pratico numero 1: mi sveglio alle 5 del mattino per andare a correre prima di andare in ufficio, guardo fuori dalla finestra e sta piovendo, decido di rimettermi a dormire.
Cosa è successo? Mi sono fatta influenzare da un evento esterno, la pioggia, che in realtà causa dei problemi risolvibili, magari vestendomi con un k-way.
Esempio pratico numero 2: mi sveglio, vedo la pioggia e inizio a immaginarmi mentre mi vesto, inizio a correre. Immagino le mie gambe che si tonificano, alla sensazione di benessere rilasciata dalle endorfine.
Penso alla soddisfazione che avrò una volta che sarò in doccia, e alla soddisfazione che vedrò nello specchio nei giorni, reiterando questa attività.
Cosa ho fatto questa volta? Mi sono concentrata sui miei obiettivi, sulle mie risorse, sui miei valori, senza dare peso al mondo esterno!
Perché? Perché il beneficio creato dal mio cervello è più reale di qualsiasi evento atmosferico.
Bene, ho reso l’idea?
A me è capitato un sacco di volte di ribaltare la situazione rispetto a come gli altri la vedevano per poterne trarne vantaggio.
E alla base di tutto ciò che cosa c’è?
Ci sono 2 caratteristiche fondamentali che dovresti tenere ben a mente per il tuo “allenamento” al parto e in generale per una buona vita:
- Avere ben chiaro CHI SEI, i tuoi punti di forza e di debolezza. In una parola devi Credere in te stessa, nel tuo essere, accettarlo per come è e apprezzarlo! Per fare questo processo hai 9 mesi di tempo e accettare così la nuova vita, la nuova te, il tuo nuovo corpo e capire di cosa sei capace…sperimentare i tuoi limiti e capire che li puoi superare;
- una volta compreso il tuo essere ti sarà utile apprendere degli strumenti pratici, che fanno un lavoro tanto corporeo quanto mentale e pian piano padroneggiarli. Ricorda, la mente vigila sul corpo… sempre!
Per individuare il tuo essere, i tuoi punti di forza e di debolezza qui trovi un esercizio molto utile, è una guida che ho chiamato Consapevole e Felice 😉
Ci sono 3 aspetti su cui vorrei porre la tua attenzione per un parto consapevole e un’esperienza unica.
Parto consapevole: cosa devi sapere
Per prima cosa voglio darti qualche nozione scientifica e linee guida dell’O.M.S.
Cito un seminario che ho seguito organizzato dall’Ordine degli psicologi del Lazio, individuando le principali pratiche di uso comune in ospedale, in modo da conoscerle e diventare più consapevole.
Iniziamo a sfatare un mito…il parto naturale non esiste!
Spesso le donne sono assoggettate a queste etichette, ma bisogna dire che tutti i parti sono reali, tutti i parti meritano rispetto e sono finalizzati ad un unico sforzo: portare il bambino fuori di noi.
È in sé un compito molto difficile, è il primo vero distacco tra mamma e bambino: si tratta di dargli la vita, o dargli l’ultimo saluto, come nel mio caso.
Quindi nessun parto sminuisce l’altro… NON SEI MENO MAMMA!
Durante il seminario il focus è stato portato sul fatto che a fronte di una grande iper medicalizzazione e quindi una mortalità materna e fetale ridotta ai minimi storici, si è persa quella poesia dell’accogliere la donna e il bambino con i loro modi e tempi.
Un cesareo d’urgenza, uno programmato per giusta causa non si discutono, tuttavia si registra che negli ospedali italiani ci sia un ricorso a pratiche che in teoria sono utili, ma a volte sono usate impropriamente o più del dovuto.
Questo che cosa comporta? Ciò comporta che i tempi del travaglio, del parto nelle sue 4 fasi: prodromi cioè di preparazione, la fase di dilatazione, dove di solito ci si reca in ospedale, fase espulsiva e di secondamento, cioè quando fuoriesce naturalmente la placenta, vengano rarefatti.
Il corpo è un orologio biologico, ci sono dei momenti in cui avrai i dolori e altri in cui ti riposerai, non deve essere tutto super veloce o super indolore.
E va bene così, sai perché? Perché dovete essere pronti entrambi… tu e il tuo bambino.
Gli esperti in psicologia, ginecologi ed ostetriche durante il seminario hanno posto l’accento sul consapevolizzare le donne di queste pratiche in modo che sappiano cosa sta accadendo e possano avere voce in capitolo.
Vediamo alcuni esempi di best practice fornite dall’O.M.S. (leggi qui le linee guida complete del 2018).
Forse magari anche tu hai vissuto o subito una o più di queste situazioni, senza ricevere spiegazioni.
Se hai piacere fammi sapere nei commenti.
- Avere delle persone care, come il compagno, vicino durante il travaglio e percepire ambiente e personale come intimo e impercettibile;
- poter mangiare e bere a piacere, in alcuni casi viene negato anche quando il parto è vaginale;
- evitare di essere sempre iper monitorate, sia per quanto riguarda la dilatazione che per quanto riguarda il monitoraggio fetale. Subire spesso pratiche senza che venga spiegato il loro scopo e le manovre che si faranno. Esempio: clistere, rasatura del pube, manovra Kristeller, episiotomia preventiva, scollamento membrane etc.
- favorire il movimento durante travaglio e parto: il nostro corpo sa quali posizioni assumere durante le doglie e il parto. In molti casi viene invece suggerito di stare a letto e di partorire in posizione supina, che è una posizione contro la forza di gravità e non agevola la fuoriuscita del bambino. Bisogna per questo lasciare la donna libera di muoversi nello spazio e di assumere una posizione consona; si dice che sia l’ostetrica a doversi adattare a lei e non viceversa;
- la funzione del dolore: il dolore ha una funzione fondamentale nel parto, è come se fosse il centro nervoso che alterna le fasi sonno/veglia. Dice al corpo quando prepararsi alla spinta, alla contrazione e quando invece riposarsi. Quando si varia questo ciclo naturale, eliminando il dolore con l’epidurale, oppure velocizzando il parto con l’ossitocina, significa forzare i tempi del nostro corpo e del nostro bambino. Leggi l’importanza della funzione del dolore nel parto secondo UPPA;
- “Spingi”: spingere a oltranza e in qualsiasi momento è inutile. Le spinte sono poche, intense e mirate… addirittura a volte si concentrano solo nell’ultima fase espulsiva, un po’ come sé il bambino venisse a nascere “da solo”;
- favorire l’attaccamento del bambino subito dopo il parto, sia vaginale che cesareo. Questa pratica favorisce l’attaccamento al seno, e rassicura il bambino dopo la nascita, in quanto ha subito il suo primo vero trauma.
Il potere della mente nel parto: la mia esperienza
Io non avrei mai dovuto fare un parto vaginale, sono cresciuta consapevole che avrei dovuto fare un cesareo e quindi non mi sono mai preoccupata di cosa volesse dire un parto “naturale”.
E poi nella notte in cui mi hanno detto che Gingy non era più con noi… cosa accade? Iniziano le doglie e in poco mi si rompono le acque, i medici mi assicurano che essendo più piccola non avrò problemi e che potrò fare un parto vaginale.
Faccio una precisazione: più piccola sì = meno possibili lacerazioni, ma tutto il resto è paragonabile a un parto a termine.
Che cosa ho fatto quindi?
Mi sono lasciata andare all’istinto.
L’istinto diceva non sul fianco ma seduta, l’istinto diceva ora spingi, l’istinto diceva respira.
Mi sono affidata molto alle indicazioni verbali delle ostetriche, che sono entrate in pieno pathos con me.
La terza cosa che ho fatto è stata cercare di rilassarmi con tecniche di rilassamento profondo, in modo da controllare ansia e paura, visto che è successo tutto in meno di due ore.
Non conoscevo le tecniche del parto, perché non avevo mai seguito un corso pre parto, ma conoscevo quelle date dalla mia esperienza di coaching e mi sono servite.
Certo, prendi la mia esperienza come borderline, perché sapevo di dover fare tanto sforzo, senza nessuna ricompensa, se non quella di abbracciare per pochi minuti la mia bambina e salutarla per sempre.
Quindi puoi capire il mood in cui ero, ma in quel momento l’obiettivo principale del parto era farla uscire.
Ricordo che ho pensato: “Più tempo la tengo dentro… più starà con me”, ma il corpo diceva che dovevo farla uscire, cosa fare quindi?
È stato proverbiale l’intervento del mio angelo ostetrica perché mentre io contraevo anziché rilassarmi… mi ha chiesto: “Come si chiama la tua bambina?” aveva parlato di lei al presente e le aveva dato una dignità.
“Bene, ora devi lasciare andare la tua Ginevra”.
Lì, ho avuto l’illuminazione: l’arte del lasciare andare.
Leggi anche “Come praticare l’arte del lasciare andare”.
Tutte le donne quando partoriscono imparano l’arte del lasciare andare, cioè quella strana sensazione ambivalente tra: voglio vedere il mio bambino e lo voglio tenere ancora qui dentro di me.
E si impara in quel momento a lasciarlo andare, per il suo bene, è finita l’epoca della simbiosi interna, e inizierà quindi il periodo dei 12 mesi successivi in cui si vivrà in simbiosi ma con nuova forma.
Il messaggio è: LASCIA ANDARE. Tuo figlio non è davvero tuo, devi lasciarlo andare, devi inizializzarlo alla vita.
Quando inizi a pensarla così allora il tuo subconscio si sblocca e si riesce a evitare quell’involontario senso di trattenerlo anziché partorirlo.
Bene, ho voluto raccontarti la mia esperienza, borderline, per dimostrarti che il potere della mente è tutto!
La magia del parto: come puoi viverla anche tu
Perché parlo di magia del parto?
Perché come tutto ciò che riguarda la donna dal ciclo, al concepimento, al far crescere una vita dentro sé sembra che tutto accada per magia.
Ci sono dei libri scritti da Gabriella A. Ferrari, educatrice perinatale, che da 40 anni tiene corsi pre parto e lavora con le gestanti e diciamo che i cardini per cui parliamo di parto come “magia” sono:
- È il momento più importante nella comunicazione madre-feto, perché si prepara il bambino al distacco. È la prima delusione che egli riceverà dalla madre, il fatto di essere stato sedotto per 9 mesi e poi abbandonato, o meglio partorito;
- la nascita è il momento in cui significa provargli che è forte abbastanza per vivere questo mondo! È la sua prova di forza! Entrambi avete bisogno di sostenervi a vicenda;
- è il momento di amore incondizionato, dove gli ormoni lavorano in modo indipendente, perché oltre al dolore, che molto spesso è l’unica parte di cui ti raccontano, indovina? Si scatena una tempesta ormonale di ossitocina, l’ormone dell’amore, che viene trasmessa al feto, e al contempo faciliterà anche l’attaccarsi al seno nei momenti successivi al parto;
- è una sensazione di potere, liberazione, quasi orgasmica dell’atto di uscita fisiologica del bambino. Anche in un parto cesareo questo empowerment aumenta perché starai servendo uno scopo più alto: dare la vita;
- è magia perché tutto ciò che di fisico non puoi fare, magari perché hai subito un cesareo, lo puoi fare con la mente.
Sto parlando delle visualizzazioni, lo stato di rilassatezza, il preparare la tua creatura al fatto che, ora in un modo o nell’altro, uscirà fuori da te. Andrà in un ambiente diverso, forse un po’ ostile, forse chiassoso, forse troppo illuminato, ma poi si ricongiungerà con te.
Mentre gli parli mentalmente egli percepisce che sei sua madre, che sei il suo tutto, la sua dea.
Il tuo ventre è stato l’unico posto dove è vissuto, conosce te come fautore della sua esistenza, del suo nutrimento, respira perché tu respiri, quindi cosa altro potresti essere per lui se non una dea?
Non lo dico con manie di onnipotenza, ma per sottolineare che sei il suo porto sicuro, che dovrà insegnargli anche il distacco da te, e il fatto che lui è un individuo autonomo e che può farcela.
Il regolo per te: allena la tua mente con le visualizzazioni
Bene, come ti avevo promesso ti lascio con un piccolo regalo, è un esercizio pratico, una delle tante visualizzazioni che puoi fare.
Le visualizzazioni sono immagini che crei nella tua mente, che ti aiutano a sentirti in un certo modo.
Per esempio se voglio sentirmi stabile durante una posizione di Yoga, mi immagino di essere un albero, con radice profonde che affondando fino al centro della terra e così via.
Durante i corsi pre parto ci sono diverse immagini a cui puoi ricorrere, io ti voglio proporre questa che a me sta particolarmente a cuore. La trovo poetica.
Ascolta qui l’audio di meditazione profonda “Isola felice“.
È tratto dal libro “La comunicazione e il dialogo dei 9 mesi” di Gabriella A. Ferrari.
Spero che questo articolo ti sia stato utile, ho voluto parlarti del perché, cosa e come prepararti mentalmente e fisicamente al parto, quali sono i meccanismi intrinseci, psicologici, inconsci per essere pronta a vivertela al meglio.
Come andrà realmente non lo sa nessuno, ma prepararti mentalmente e fisicamente per arrivare nella tua forma migliore è d’obbligo.
Ci tengo a dirti che alla fine e nonostante tutto sai qual è la parte più bella che ricordo con più piacere? Sì, proprio quella del parto! Non ho potuto tenere a lungo con me il frutto… ma è stata l’esperienza più incredibile, powerful, surreale quasi magica di tutta la mia vita.
Ti auguro un bellissimo viaggio dentro di te alla scoperta del tuo potenziale e se non hai ancora partorito, lo farai a breve o hai in cantiere di farlo ti auguro che una forte aura risplenda in te e di conseguenza sul tuo bambino, durante il momento del parto.
Un abbraccio
Sara
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La Coach sul Lutto Perinatale
Mamma tra cielo e terra.
Educatrice del Femminile.
👁 Risvegliatrice d’intuito.
Questo articolo è a scopo puramente divulgativo, pertanto non può sostituire in alcun caso il parere di un medico (ovvero un soggetto abilitato legalmente alla professione), o, nei casi specifici, di altri operatori sanitari (odontoiatri, infermieri, psicologi, farmacisti, veterinari, fisioterapisti, ecc.).